domenica 29 novembre 2009

Alla fine è stato difficile poter scrivere questa settimana. Tra una cosa e l'altra il computer rimane spento.

Ho girato tra negozi alla ricerca di qualcosa da mettere per la laurea di un cugino. Invano. Ciò che provavo non mi stava, complice anche il periodo del mese sbagliato, e in più soffrivo entrando ed uscendo dai negozi. Passavo dal freddo del tardo pomeriggio milanese al caldo del riscaldamento eccessivo. Sentivo il mio corpo che, dolorante dal continuo sbalzo di temperatura, invocava un ritorno stabile a casa!

Ho girato i negozi alla ricerca di carta rossa per impacchettare due regali di laurea. Inutile. Qualsiasi carta si è magicamente dipinta con mille fantasie natalizie. Ti perdi in una marea di disegni, ghirigori, brillantini che poco si addicono al tuo scopo. Finchè non trovi dimenticato da dio e dagli uomini a Grancasa un tubo di semplice e sempre perfetta carta velina rosso opaco e ti rallegri per l'emozionante scoperta che ti risparmia l'ennesimo giro tra gli addobbi natalizi di qualche supermercato.

Ho girato i negozi alla ricerca di idee per me, per la laurea. Non è vero. Per caso sono entrata in un negozio. In vetrina avevo visto il manichino con su una gonna nera e una camicia blu. Non era proprio nei miei piani entrare, disturbare la commessa che provava un cappello e chiedere del vestito in vetrina. La prova è cominciata con la gonna nera sbagliata.
"Mi scusi, ma la gonna è liscia, non con le balze"
"Sei sicura? Credevo di aver vestito il manichino con questa. Comunque, della tua taglia non c'è la camicia. Forse dovrei smontare il manichino. Te ne dò una più larga, anche perchè hai seno noto. Inoltre, la cintura che c'è in vetrina non c'è. Ne prendo una. Non centra nulla, ma è per vederti con la cintura.".
Io ho contribuito a questa prova infernale con una fascia per capelli e delle calze da infarto, entrambe a righe sui toni del rosa. No, se una cosa non è nei miei piani NON DEVO FARLA!


A Presto

M.M.

giovedì 26 novembre 2009


Questa è una novità di Donna Karan: Infinity Dress.
Molto carino, ma ho dei dubbi: su alcune soluzioni posso arrivarci pure io, non sono difficili e con la cintura si gioca molto, ma per il monospalla mi sembra ci voglia una cintura moolto lunga per ottenere questo effetto, inoltre sembra fatto con due pezzi e la cintura mi pare di capire che sia cucita al vestito; secondo, per accorciare l'abito?si deve ripiegare all'interno?in che nodo si blocca: con bottoni, spille o con la cintura stessa? a me dalle foto sembra che ci sia l'orlo sia nella versione lunga sia in quella corta, quindi saranno due infinity dress; terzo, ma la scollatura come fa a farla diventare improvvisamente "tonda" nell'abito centrale?
Ho delle perplessità...

Comunque, secondo me, per gestirlo al meglio è necessario avere l'aiuto di qualcuno.

A Presto

M.M.
Un giorno, ricordo ancora, entrando da Zara in Duomo, mi sembrò di cambiare stato. Mi parve di entrare nello Ohio e di vedere da lì a poco spuntare le prime pannocchie.


Camicie a quadri (che comunque cominciavano a vedersi già lo scorso anno), colori sbiaditi, magliette da America lavoratrice, jeans da campagna o da minatore. Mi meravigliai per la scelta e mi domandai: "Quale folle potrebbe spendere 40 euro per questo?".
Ma ormai la vita dovrebbe avermi insegnato che il mondo è vario e per questo bello e consumistico.


Mentre le camicie a quadri possono risultare carine, sfiziose, sportive e diverse dal solito, i miei dubbi rimangono sui jeans. Nella parte superiore sono totalmente sformati e non li trovo così belli, o in ogni caso guardandoli su qesta ragazza o immaginandoli su di me, non vedo possibli soluzioni esteticamente accettabili in città (o con l'occhio estetico di adesso). Praticamente sembra che non ci sia nè un davanti nè un dietro e il cavallo è un pò più basso.
Retaggio della moda che fu? dei pantaloni calati che tanto si cercava di proibire nelle scuole e la pubblica decenza dei genitori additava quale fonte di male e di malanni?
O semplicemente sono io che non vi ho mai fatto caso?

A Presto

M.M.

martedì 24 novembre 2009

Qualcuno suggerisce che sia il caso che le celebrità comincino a vestirsi un pò di più.


Non so cosa dire. Probabilmente si sono viste troppe persone mezze nude e si è arrivati a ritenere tale comportamento indecente, o al massimo visto, rivisto, stravisto, tanto che non suscita più scalpore, nè pubblicità. A volte però è necessario dire che non fanno bella figura...


A Presto

M.M.
Per puro caso ho trovato questo filmato, da cui è tratta la foto che ho usato nel post sul mio vestito per la tesi.


Filmato in bianco&nero, muto, è stato diretto da Karl Lagerfeld. Un chiaro omaggio a Coco Chanel, in cui vengono riassunti in 10 minuti alcuni tratti della giovane stilista e della sua vita nel 1913 e nel 1923.


Questo filmato ha preceduto la sfilata per la collezione pre-fall Chanel Paris-Moscow 08/09, che ha visto incorporati alcuni elementi del folklore e dell'imperialismo russo.
Nel film troviamo volti noti dell'entourage di Karl Lagerfeld come la modella Edita Vilkeviciute e il modello Brad Koenig.

A Presto

M.M.


lunedì 23 novembre 2009


Devo un attimo riprendermi!
Comunque, Roma è una città incantevole, soprattutto in compagnia.

A Presto

M.M.

sabato 21 novembre 2009

Volevo condividere con voi questo vecchio ritaglio di giornale.
Questa cara vip era definita divina. Io, sinceramente, ho pensato altro.
E' riconoscibilissima, però...


A Presto

M.M.

venerdì 20 novembre 2009

Avevamo parlato di righe? E righe siano!
Una marea di righe!


A lei il premio fantasia!!!

Lei non centra, ma si merita il premio simpatia


A Presto

M.M.

giovedì 19 novembre 2009


Consigli per essere sempre al top e principesche. Anche per adescare il Principe Azzuro, ma sappiamo tutte che questo non esiste. Al massimo di azzurro avrà la maglia della nazionale quando ci saranno i mondiali di calcio.

Una principessa del terzo millennio non è disposta ad accettare che sia il bacio di un uomo a trasformare la sua vita: preferisce occuparsi della cosa in prima persona.

Qualche consiglio per aiutare la propria autostima e per sopravvivere nel mondo delle formalità.
Non è certamente il primo libro che tratta di questi argomenti, e spesso nelle pubblicazioni per le più piccole possiamo trovare simili titoli.
Principesse si diventa lo adocchiai in libreria, nel mare magnum di pubblicazioni che sono rivolte al pubblico femminile più moderno e attento alle tendenze (sarà vero?Mah! A noi ce la vendono così). Ad attrarmi fu..non lo so. Forse la coincidenza di ritrovarmelo il giorno dopo lì, in bella mostra, nella mia biblioteca.
Cinzia Felicetti (ex direttore di Cosmopolitan e oggi di Elle.it) ci regala qualche consiglio per l'amore, per l'abbigliamento, per organizzare una cena (estremamente utili se non sapete mai dove vanno forchetta e coltello) o per presentarsi adeguatamente a questa (alcune formalità sono estremamente esagerate per me, poi i bigliettini...non siamo mica inglesi!), per presentarsi in ufficio, e tutti i segni particolari per distinguersi e riconoscere la principessa che è in noi. Il tutto condito da citazioni, da spunti da film e romanzi (imperante la cara Audrey), e un sacco di ironia! Ed è soprattutto questa la carta vincente del libro, ed è per questa che lo consiglio.


Presa da ispirazione, ho dedicato un pò di tempo anche ad un altro libro della Felicetti, presente nella mia biblioteca: Assolutamente Glam! che viaggia nella storia di 10 capi must, che ogni donna dovrebbe avere nel suo guardaroba!Ad ogni capo un capitolo con storia e infiniti esempi dell'evoluzione ed utilizzo di questo nella storia (con personaggi più o meno famosi) e nel cinema (e anche qui non mancheranno numerosi citazioni della cara Audrey).
Rispetto al precedente libro è meno brioso e più accademico. A volte vorresti saltare a pie pari tutta l'infinita lista di citazioni che vengono presentate, per balzare alle ultime tre facciate riassuntive di tutto il capitolo.
Questo mi sento di consigliarlo un pò meno, proprio per il pericolo di noia dietro l'angolo, ma l'attenta descrizione della storia dei diversi capi è veramente bella ed interessante (sfoltita dai titoli dei film).

A Presto

M.M.

mercoledì 18 novembre 2009

A puntare per primo i riflettori su di lei, facendone una figura pubblica, nota non solo al mondo della moda ma al mondo tout court, è stato nel 2003 Il diavolo veste Prada, romanzo velenosetto scritto dalla sua ex assistente Lauren Weisberger. Poi a magnificare il tutto è arrivato il film omonimo, dove una strepitosa Meryl Streep, nella finzione Miranda Priesty, la interpretava scopertamente.


Ora Anna Wintour, potente e temutissima direttrice di Vogue America, bibbia fashion statunitense e non solo, è di nuovo protagonista di un film: il documentario di R.J. Cutler dal titolo The September Issue, uscito nelle sale Usa ad agosto. Il film racconta la preparazione del numero di settembre della rivista, il più importante dell'anno per gli investimenti pubblicitari e per dettare le tendenze della stagione fredda. Il numero in oggetto non è quello di quest'anno, ovviamente, dati i tempi di realizzazione del film, ma quello di settembre 2007 (che ho notato con piacere riconoscere, e in cui sono presenti alcuni scatti che mi piacciono tantissimo).
In copertina, l'it-girl britannica Sienna Miller, trasformata da Photosphop in un'icona di "irreale perfezione"(NdR parole non mie). Il documentario è rapido, glamour, piacevole. La redazione del giornale, per gli appassionati del genere, somiglia in maniera impressionante al set ripreso ne Il diavolo veste Prada. E il centro di tutto non è tanto il mondo della moda, le sue dinamiche creative, tanto meno il suo lato oscuro, dall'anoressia delle modelle al lavoro sottopagato o clandestino di chi, nei laboratori italiani o cinesi, lavora per il prêt-à-porter, ma lei: l'impeccabile, filiforme, durissima Anna. La voce fuoricampo chiede a una delle sue collaboratrici: "Anna è la sacerdotessa del giornale, non è vero?" e lei risponde, con un sorriso teso: "Direi piuttosto il papa".
Dal 1988, quando è arrivata alla direzione di Vogue, fino ad oggi, la Wintour è riuscita a rafforzare e mantenere un brand capace di suggerire alle donne ciò che devono desiderare e dunque ciò per cui devono spendere. Di certo The September Issue è un altro colpo nella consacrazione della papessa del lusso.

Cosa aggiungere? Ho adorato questo documentario. L'ho rivisto due volte utilizzando il link (ora tolto per violazione del copyright) del blog di BryanBoy. Ho amato lei, ho amato il lavoro dietro le quinte, ho adorato alla follia la sua "antagonista". Se nella prima parte esiste solo Anna, nella seconda siamo catturati da Grace Coddington, direttore crativo della rivista. I suoi scatti sono quelli che ricordo meglio e che più mi hanno affascinata del Vogue 2007, contrariamente al servizio di Siena Miller.
Io lo consiglio a tutti per curiosità e per interesse. L'inglese non è così difficile, ma il film si spiega da solo.

PS l'abito viola indossato dalla figlia in una delle foto, fu amore a prima vista per me. Lo ammirai per la prima volta su una rivista: uno scatto in cui lei appariva incantevole, principesca!Ritagliai subito la pagina e la conservo ancora oggi, per ricordarmi un abito da sogno! Ci si può sposare in viola? no, vero..


A Presto

M.M.

martedì 17 novembre 2009

Non si può negare che sia il momento di Lady Gaga! La vogliono per interviste, per servizi fotografici (come il servizio fotografico di Vogue USA e quello di Vanity Fair Italia), non mi stupirebbe un'apparizione in un telefilm o film, ma forse a quel punto si giungerebbe all'overdose.
Ho apprezzato la frase rilasciata per gli MTV Music Awards di Berlino: "Si può essere inteligenti anche stando in mutande".


Senza volerlo ho azzeccato. Le scarpe McQueen potevano stare solo o in un servizio fotografico visionario o..in un video di Lady Gaga! Lasciate stare la canzone che è tra le peggiori che abbia sentito (e so già che mi toccherà sentirla parecchie volte), ma le scarpe..indossano le scarpe della sfilata aaaaaaaaaaaaaaargh!


Compreso anche l'abito.
Mi spiace per chi sperava di non doverle vederle ai piedi di Lady Gaga.
Però devo ammettere che hanno avuto una trovata pubblicitaria splendida

A Presto

M.M.

giovedì 12 novembre 2009


Tra una settimana sarò a Roma per un giretto rilassante. Sono già stata due volte in questa città negli ultimi anni e quindi ho già visto quello che c'era da vedere seguendo i soliti itinerari e seguendo le mie lezioni di storia dell'architettura del primo anno.
A questo giro mi concederò (o tenterò) EUR, la moschea, il quartiere Trastevere (forse) in cui non sono mai stata, e l'Ara Pacis. Girerò per lo più sola (la sera spero di beccare qualche amico..sperem..), quindi sono libera di far ciò che voglio. Se avete consigli sia per luoghi da visitare, sia per negozi, per cibo o per quello che volete, sentitevi liberi si scrivere. Io ne sarò felice! Solo un limite: giro con i mezzi e con questo dico tutto!

Vediamo un pò se riesco anche a fare quattro passi per via Condotti, ma solo per il gusto di guardare vetrine e allestimenti. Faccio lo stesso con via della Spiga e Montenapoleone qui a Milano. Alcune vetrine hanno una fantasia sfrenata anche nella loro apparente semplicità. Ricordo D&G a Milano che qualche anno fa faceva uscire jeans e magliette da enormi tubi di tempera, ed erano fatti così bene che i tessuti sembravano colate di colore fresco su pavimenti e scaffali. Oppure Louis Vuitton a Roma che durante un cantiere aveva chiuso completamente il proprio negozio, con parte dell'edificio che lo ospitava, con una gigantesca riproduzione di un baule in pelle con il suo monogramma.
Ricordo l'aria più rilassata e meno "metropolitana" di via del Corso, con i negozi di vestiti e di sciocchezze, la zona pedonale con i madonnari e i ballerini dilettanti di break dance, l'area "delle proteste" (non so esattamente come si chiami quello slargo, ma trovo sempre qualcuno che manifesta per qualcosa), i ragazzi seduti davanti alle due chiese gemelle di Piazza del Popolo (Santa Maria di Montesanto, se non erro) e sulla fontana alla base dell'obelisco. Ricordo benissimo le imprecazioni della mia amica costretta a fare tutta via del Corso a piedi (questa gente che non è mai abituata a muoversi a piedi!), la stessa che il giorno prima, spingendo sulla mia bontà e sul suo essere chiusa nella stanza dall'albergo con la febbre, mi aveva chiesto di trovarle la focaccia spessa e morbida a Roma (come chiedere il maritozzo a Milano..), e il pomeriggio di shopping stupido e divertente con il mio fratellino acquisito, provando vestiti, occhiali ed assaporando un buon aperitivo al Pantheon (con la proprietaria napoletana, che ci prese così in simpatia che mi regalò una rosa).

Chissà se hanno tolto il cantiere al Pincio. Chissà se hanno sgomberato un pò lo spazio intorno alla lupa al Campidoglio. Chissà se beccherò mai il mercato in Piazza Vittorio Emanuele. Chissà se il kebabaro di fiducia esiste ancora in via Amedeo e potrò trovarmi ancora in "Lost in Translation" (due milanesi a Roma, che mangiano un kebap con affianco due magrebini, in un locale di proprietà di due pakistani che stavano guardando un programma indiano trasmesso da una tv locale londinese). Chissà se in Santa Maria degli Angeli ritroverò quella meravigliosa atmosfera, che tre anni fa mi rapì totalmente lasciandomi un'ora seduta lì dentro, immersa nei mie pensieri.

A Presto

M.M.

mercoledì 11 novembre 2009

A Settembre sembrava che tutti dovessero prendere un paio di forbici e tagliare i propri pantaloni.


Poi abbiamo deciso che tagliare i pantaloni non era il caso, quindi per noi fanciulle, più delicate, era più bello bucare e tagliare le calze, che già per loro natura si rompono, quindi partiamo avvantaggiate e senza sensi di colpa.

Ma senza esagerare


Con l'arrivo del freddo le cose si sono un attimo ridimensionate.
Abbiamo capito che le prese d'aria non facevano al caso nostro, o meglio l'inverno non sarebbe stato mite come due anni fa. Quindi, abbiamo chiuso tutte le aperture, ma abbiamo lasciato comunque dei segni perchè non si può fare tabula rasa nel giro di un mese, quindi: calze scure, leggermente velate, ma assolutamente con fantasia! Disegnini, righe, a pois, che sono quelli che vanno di più (vedi anche Vogue Italia Novembre), e tanto altro!



Mi deciderò finalmente a mettere le calze che mia madre mi comprò circa...5 anni fa?
Vedremo. Io volevo le calze ultra pesanti e calde in lana o in versione parigina o in versione autoreggente...
Comunque una cosa è certa: le donne hanno voglia di mostrare le gambe. Tirate fuori gonne, pantaloncini, vestitini e tante calze. Ovviamente dopo aver prenotato una visita di cortesia dell'estetista.

A Presto

M.M.

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