venerdì 23 ottobre 2009

In questo ultimo periodo va di moda assoldare architetti e designer e farli progettare una o più scarpe. Uno sposalizio che in alcuni casi dà vita a prodotti sperimentali, innovativi e per nulla calzabili. In altri casi a dei prodotti piacevoli, eleganti e in questi casi portabili.
Chi abbiamo avuto recentemente (definizione temporale molto relativa)?
Le Mojito Shoes by Julian Hakes, architetto londinese, concept innovativo e accattivante. Rimangono i dubbi sulla portabilità, ma ben vengano le sperimentazioni.

Dalla nostra artista, finto architetto (perdonate il giudizio di parte, ma basta vedere i suoi schizzi preliminari di progetto e lo stuolo di ingegneri, designer e architetti che sudano 35 camice per rendere reali i suoi sogni), Zaha Hadid. Modello sperimentale in gomma, se non erro, disegnato per Lacoste

Da un concentrato di amore orientale e creatività nascono invece le Ein/Tritt della designer Catherine Meuter, dove la scarpa la costuisci tu.

Sempre dal sapore marcatamente orientale i sandali del designer Yarel Yair, per una moderna rivisitazione dei geta nipponici.


Gehry si distingue per eleganza e per un gusto fortemente dandy. Disegnati per J.M. Weston, marchio francese di scarpe da uomo, al progetto hanno partecipato altri personaggi come il gallerista Clemence Krzentowski e il direttore creativo di Dior Homme, Kris van Assche.


In altri casi è meglio dimenticare..

McQueen

In altri ancora si rimane folgorati da capolavori assoluti, per i quali si deve solo stare in silenziosa contemplazione.

Valentino

A Presto

M.M.

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